“Per cominciare vorrei fare con voi un piccolo esperimento”, afferma G. Bateson nel suo libro Verso un’ecologia della mente, “Alzi la mano chi crede di vedermi. Vedo molte mani alzate. Naturalmente, voi non vedete “realmente” me: quello che voi vedete è un mucchio di informazioni su di me, che voi sintetizzate in un’immagine visiva di me. Voi costruite quell’immagine”.
Allora quello che è nella nostra testa, condiziona la relazione?
Evidentemente si: i nostri punti di vista sono postazioni differenti per osservare il mondo. Le persone conoscono il mondo attraverso esperienze, ma dentro i loro cervelli non hanno il mondo in sè, come cosa concreta, bensì hanno “rappresentazioni”, in altre parole simboli, pensieri e relative sensazioni emotive.
Talvolta o spesso non ci capita di vedere la realtà così com’è, ma attraverso le nostre rappresentazioni mentali o modelli mentali.
Questo avviene nella comunicazione e nella relazione. Le rappresentazioni mentali sono immagini interne profondamente radicate nel modo in cui il mondo funziona, immagini che ci limitano a modi familiari e abitudinari di pensare e agire, ripetizioni a classificare subito le cose, impressioni o prime impressioni.
Perchè lo facciamo?
La realtà è così complessa che la nostra mente riesce a gestirla solo tramite mediazioni e modelli rappresentativi; ci costruiamo mentalmente delle rappresentazioni della realtà, delle strutture in cui organizziamo ogni conoscenza reale, semplicemente semplificandola.
I modelli mentali influenzano ogni nostra percezione e, di conseguenza, ogni nostra azione e decisione.
È come una mappa stradale o un navigatore satellitare: è impossibile riportare tutti i dettagli e se non fosse in scala ridotta sarebbe inutilizzabile. La nostra mente trattiene solo le informazioni che seleziona come rilevanti.
Eppure la rilevanza delle informazioni è valutata proprio sulla base dei modelli mentali che già possediamo e sino a quando il processo resta inconscio si corre il rischio di cadere nell’illusione di comprendere a fondo una situazione di cui abbiamo solo una visione parziale.
Così è anche nella comunicazione, dove ogni contenuto è interpretato sempre soggettivamente. Noi interpretiamo sempre e automaticamente.
Noi interpretiamo sempre le situazioni e l’insieme dei messaggi che riceviamo, a prescindere dalla volontà dei nostri interlocutori.
Interpretando, immagazziniamo il contenuto della comunicazione e questo accade sempre, perché ogni nostro comportamento comunica qualcosa.
Noi interpretiamo secondo le nostre mappe o modelli mentali individuali.
La scoperta delle nostre mappe è un primo passo verso la costruzione di relazioni efficaci.
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